antica festa romana.
I Lemuria sono antiche festività d’epoca Romana, che in giornate alterne si sviluppavano dal 9 al 13 di maggio. Ovidio ne parla nei Fasti, riportando il rituale di uso domestico che eseguiva il pater familias, finalizzato a scacciare i lemuri. Il rito sembra essere antichissimo, al punto tale che si perse memoria, a livello popolare, della sua istituzione e della sua reale funzione. Ovidio pertanto cerca di riesumare l’uso antico riportandone importanti dettagli (cosa rarissima per gli antichi romani, i quali erano gelosissimi dei loro rituali).
Fondamentalmente l’obiettivo dei Lemuria è quello di placare i lemuri, affinchè non interferiscano con i destini familiari. Così il pater familias s’alzava nel cuore della notte, offriva loro delle fave nere e poi li scacciava dalla casa.
Ma cosa sono i lemuri? Gli autori antichi dibattono sull’argomento, cercando di darne spiegazioni “religiose” valide per il popolo e che non profanino il sacro sapere del tempio. Fondamentalmente il Lemure è il prodotto di un’azione pesantemente ingiusta, come l’aver truffato qualcuno, aver rubato creando così danni ad altri e via dicendo. L’azione scorretta ha dunque nutrito il pensiero ingiusto, ed il pensiero che è materia si attacca al suo esecutore in maniera larvale e parassitaria, spingendo l’uomo a perpetrare gli errori ed incastrandosi così in un perenne rapporto problematico con la Nemesi, che interviene nella sua vita creando e ricreando problemi per riportare il dovuto equilibrio. Nell’immaginario romano quando un individuo moriva, tutte queste forme larvali basse non seguivano la sua anima nei cieli, bensì restavano legate ai luoghi dove la persona aveva vissuto e, desiderose di nutrimento, si attaccavano ai parenti ed ai discendenti, da ciò il detto romano che “le colpe dei padri ricadono sui figli“.
Il rito dei Lemuria oggi. Sebbene riportato da Ovidio nei Fasti, il rito dei Lemuria è incompleto di particolari dettagli fondamentali, i quali erano scontati per un praticante antico e non lo sono per un uomo moderno. Ad esempio la dovuta preparazione al rito non è trattata nel testo poetico, così come fondamentali gesti particolari sono a malapena accennati. Inoltre il rito era riservato ai patres romani, quindi a uomini che avevano ricevuto l’iniziazione gentile. Sconsigliamo oggigiorno di tentare il rito solo perchè lo si è letto in un libro o perchè è stato riportato in un sito internet: infatti se mal condotto può procurare effetti opposti ed indesiderati, come il richiamo dei Mani paterni (ossia le forme invisibili liberatesi dopo la morte degli antenati) ma l’inefficacia del successivo esorcismo. Per accedere ai rituali romani la Pietas ha restaurato il sistema di iniziazione presso i templi, con la dovuta formazione per i praticanti, affinchè acquisiscano tutte le nozioni fondamentali per essere degni e preparati nell’esecuzione dei rituali ed informati su tutti gli elementi necessari alla loro buona riuscita. E’ sufficiente connettersi al sito www.tradizioneromana.org per reperire maggiori informazioni sui templi gentili oggi operativi e sulle iniziazioni che si applicano presso questi luoghi.