Nella tradizione geroglifica egizia, il termine REN (la parola) si trascrive nel seguente modo:
R – N
Al glifo della bocca (lettura R) segue quello della N, rappresentante un’onda energetica. Nello specifico l’ideogramma vuole esprimere l’idea della parola come forza che viene emessa dal nostro corpo per mezzo della voce. Quell’onda dagli spigoli pungenti indica l’incisività, il potere trasformativo della parola. Essa può portare bene, quando è una buona parola, e dunque accompagnare sollievo, consolazione, felicità, rallegramento. Così come invece una parola cattiva può incidere negativamente sulle persone e sull’ambiente dove viene espressa.
Era dunque, per gli antichi egizi, importante l’idea del controllo della parola, poiché il suo effetto era considerato materiale ed incisivo. Il buon Pitagora, formatosi in giovane età ai misteri egizi, sottolineava l’importanza della regola zoroastriana “buoni pensieri, buone parole, buone azioni”, perché aveva coscienza di quanto sono potenti le parole.
Evitiamo di parlare a vanvera e diamo sempre il giusto peso a ciò che esponiamo, perchè la parola è incisiva, è creante, è trasformativa.
Giuseppe Barbera