Appello alla tolleranza ed alla non violenza tra le parti in Italia

Appello alla tolleranza ed alla non violenza tra le parti in Italia.
Con cortese richiesta di condivisione

Il pontificato massimo della Comunità Gentile “Pietas” esprime preoccupazione sulla attuale situazione di discussione politica in Italia. Premesso che la nostra comunità non si esprime sui fatti politici, in quanto già esistono associazioni partitiche, civiche ed enti preposti alla discussione delle politiche del paese, vi è comunque da ricordare che l’approccio alle relazioni interpersonali, fondato sullo scambio di idee ed emozioni provenienti spesso dall’anima e dallo spirito, appartiene all’ambito di un modo di vivere spirituale. Il perseguire comportamenti fondati sulla tolleranza, sul rispetto reciproco, sull’amore e sulla pace, rientrano a pieno titolo in un ambito di etica spirituale.

Nonostante il silenzio dei principali enti religiosi in Italia, è nostro dovere segnalare quanto segue:

  • abbiamo assistito a delle violenze che ci hanno messo in preoccupazione; in particolar modo ci riferiamo ad alcuni eventi accaduti in occasione della manifestazione dei lavoratori a Trieste, avvenuti in data 18 ottobre 2021, durante lo sgombero della manifestazione di sciopero dei portuali, la quale aveva attirato attenzioni da tutta Italia, tanto da formare una folla con persone fragili da dover tutelare sempre, come donne, anziani e bambini.
  • Abbiamo visto i video postati in diretta sui social, dai tanti presenti, che volevano testimoniare lo sciopero in questione; abbiamo preso visione di tante testimonianze giornalistiche, tra cui quelle della dottoressa Raffaella Regoli, che sia ha condiviso video sui social, sia ha realizzato un servizio per il programma televisivo “Fuori dal coro”, andato in onda su rete 4.

Da tutto ciò abbiamo preso visione, con grande sgomento e sconforto, di attività mal gestite, che hanno prodotto violenze su donne incinte, persone inermi sedute a pregare ed una grave messa in rischio della sicurezza di anziani e bambini.

Dalla presente fotografia non si riesce a comprendere perché siano stati usati cannoni ad acqua su manifestanti seduti a terra a pregare. Nessuno dei responsabili di tale azione ha considerato che molti anziani, presenti in piazza, sarebbero potuti cadere a terra perché colpiti dal getto d’acqua o semplicemente scivolando sul bagnato, con conseguenze molto rischiose per la loro salute!

In quest’altra fotografia vediamo che i manifestanti non hanno reagito in malo modo, ma sono rimasti seduti a pregare ed a sottolineare il loro diritto costituzionale a manifestare e scioperare. Si può notare a terra l’acqua e loro bagnati, al freddo d’ottobre, che si stringono per mano e tengono a freno ogni istinto a reagire, dimostrando una grande forza d’animo e di spirito.

Un signore avanti negli anni, in testa al corteo, si è sentito poco bene prima che iniziasse l’avanzata delle forze dell’ordine, ed anziché vedersi soccorrere, come prevede la legge italiana che anzi punisce penalmente l’omesso soccorso ad una persona che sta male, s’è visto caricare dalla polizia in assetto antisommossa, nonostante non vi fosse una sommossa, ma semplicemente una folla di persone sedute!

L’ordine di carica è stato dato verso tutti, persino contro questa donna incinta, che manifestava pacificamente ma s’è vista spaccare il naso, nonostante il suo stato interessante ed il rischio che avrebbe potuto portare una manganellata in faccia, alla sua gravidanza.

In prossimità del corteo vi era una scuola, dalla quale stavano uscendo uomini e donne con bambini, che si sono visti precipitare una carica di lacrimogeni. Fatto gravissimo è che sono stati denunciati casi di bambini di pochi mesi cui è finito il proiettile lacrimogeno nella culla con loro all’interno: immaginate cosa sarebbe potuto accadere se il proiettile avesse colpito accidentalmente l’occhio del bambino! Tutto ciò viola una serie di norme internazionali sulla tutela dei minori!

In questa foto si vedono bambini che scappano dopo essere stati bersagliati dai lacrimogeni. Abbiamo preso visione di video di cittadini e giornalisti che segnalavano alle forze dell’ordine di non lanciare i fumogeni in quella zona, perché lì vi era una scuola! Essi sono rimasti inascoltati.

Tutto ciò ci preoccupa.

Stiamo notando, dai social alla televisione, che sempre più frequentemente, pur di affermare la propria posizione, si scade facilmente nella menzogna: abbiamo letto articoli di giornali che parlavano di manifestanti violenti, quando invece avevamo visto i video in diretta di quella che è stata forse una delle manifestazioni più pacifiche mai viste in Italia. Vogliamo, in tale occasione, fare riferimento ad un valore etico importantissimo: la Verità. E’ un dovere di tutti gli abitanti di questo pianeta coltivare l’onestà: la verità per noi è vita e bene, mentre la menzogna è morte e male, infatti si suol dire che, ogni volta che un uomo mente, una parte del mondo muore.

Riflettendo su quanto accaduto in questi giorni, siamo rimasti interdetti nel vedere che è stato consentito a pregiudicati di assaltare la sede di un sindacato a Roma, aprendo i cordoni della polizia e lasciandoli passare,  mentre per  cittadini inermi, tra cui donne incinte, anziani, gente accovacciata a pregare e bambini, sono state applicate azioni violente.

Origini di questi squilibri stanno chiaramente nella intolleranza sul pensiero diverso dal proprio. In questo particolare momento storico, la popolazione italiana è divisa tra chi vede nel provvedimento del green pass uno strumento di tutela della salute della collettività e chi invece ne vede un mezzo di discriminazione sociale. Al di là delle posizioni che ogni persona scelga di prendere, è bene sottolineare che non debbono coltivarsi l’odio ed il disprezzo nei riguardi di coloro che la pensano diversamente. In quest’epoca stiamo assistendo alla perdita dello strumento del dialogo, oggetto utilissimo alla preservazione delle istituzioni più sane ed allo sviluppo della maturità degli individui. Pare che la società stia scadendo in una terribile immaturità collettiva, dove rabbie e sentimenti negativi repressi, vengano sfogati nelle discussioni tra le diverse fazioni.

I grandi filosofi gentili del mondo antico, come ad esempio il ben noto Platone, insegnano l’importanza del dialogo come strumento necessario al raggiungimento degli equilibri interpersonali e della crescita interiore degli individui. Tutto ciò si fonda su un confronto che ha lo scopo di raggiungere un punto medio comune tra le parti, un qualcosa che unisca e che metta in risalto elementi unanimamente condivisibili, raggiungibili grazie all’uso della ragione.

Oggigiorno, purtroppo, lo scopo del confronto tra due parti non è più il raggiungimento di un medio comune, bensì è decaduto nel tentativo di sopraffazione di una parte sull’altra: una ricerca di affermazione di se stessi e del proprio ego a discapito dell’interlocutore.  Questo tipo di cultura è pericolosa, perché non mira a risolvere le differenze e a cancellare i pregiudizi e gli odi, bensì li coltiva.

Tutto ciò può ulteriormente scadere nella crescita delle violenze cui abbiamo assistito nei giorni scorsi. Lanciamo un appello a tutta la popolazione ed alle istituzioni, affinché tutti quanti tornino a coltivare l’empatia, il dialogo, il rispetto umano e l’affetto che devono legare le persone, anche difronte a tutti quelli che la pensano diversamente da sé. Soltanto così potremo far rientrare la perdita di controllo delle proprie azioni e tornare a coltivare gli equilibri, fondamentali non solo per la crescita politica ed economica del paese, ma soprattutto per la crescita spirituale dei suoi abitanti.

Hermes Helios
(Giuseppe Barbera)
Pontifex Maximus Gentium Pietatis

Post Scriptum:

Volgiamo le nostre congratulazioni al comitato 15 ottobre, per la metodica pacifica delle loro manifestazioni e per i continui appella ai cittadini a manifestare in stile gandhiano, discostandosi così da ben altre forme di manifestazioni violente.

Ringraziamo la dottoressa Raffaella Regoli, giornalista per il programma televisivo Fuori dal Coro, di rete 4, per il consenso alla condivisione di immagini estrapolate dai suoi servizi. Altre immagini non estrapolate da essi, sono tratte dalla rete internet, tra quelle rese di pubblico dominio.