Il Maestro

La figura del maestro nel mondo antico era importantissima: egli era la fonte discula pitagorica sapienza e saggezza, in lui ci si affidava completamente per imparare e crescere a sua immagine e somiglianza. La scelta del maestro era molto importante, i migliori precettori se li potevano permettere solo gli uomini più ricchi, ma i migliori maestri erano a disposizione di tutti, però solo i migliori potevano avvicinarsi. Pitagora ebbe molti discepoli, forse nessun altro ne ha mai avuti così tanti, ed i suoi scolari erano pronti a dare la vita per lui, perchè il maestro è colui che insegna, colui che forma la società, colui che instilla le virtù nei futuri cittadini. Tutti amavano il buon maestro.
Il rispetto del maestro è esistito per millenni fino a ieri, quando ancora i genitori ti sgridavano se eri stato ripreso dal tuo maestro di scuola, perchè anche loro rispettavano i maestri! Oggi invece non c’è più rispetto, tutt’altro, genitori che facilmente con presunzione s’ergono a figura di maestri dei maestri….
Come possono i giovani crescere nel rispetto se i loro stessi genitori a volte non rispettano le figure importanti della loro gioventù?

Conferenza – Il Pitagorismo in Magna Grecia

Il 12 maggio si è tenuto un convegno al palazzo della provincia di Reggio Calabria, organizzato in occasione degli stati generali della cultura dall’associazione culturale “Due Sicile”. L’evento si è incentrato sull’intervento del dottor Barbera, archeologo e presidente dell’Associazione Pietas, sul tema del Pitagorismo in Magna Grecia, introdotto dal dott. Daniele Zangari.

La splendida filosofia pitagorica, nata in Calabria, è motivo d’orgoglio per questa regione. Lo stesso Ghoete scriveva: “quando a Roma pascevano le pecore, a Roma insegnava Pitagora”. Gli insegnamenti del maestro samio, creatore di una fiorente scuola nella città di Crotone, si diffusero in tutto il mediterraneo, un pensiero onniscente che, per mezzo della matematica, spaziava dalla spiritualità, alla pratica religiosa, alle scienze fisiche e matematiche, alla biologia, alla musica, alla politica, alla economia, alla sociologia e, ovviamente, alla filosofia. l’essere pitagorici consisteva nell’applicazione di uno stile di vita virtuoso fondato su una pratica razionale finalizzata al’evoluzione dell’uomo e della società umana. Nel pieno rispetto delle leggi della Natura, il Pitagorismo fu il primo fenomeno nazionalistico in Italia (furono i Pitagorici a gettare le basi per la successiva lega italiota), tanto che i Romani crearono il mito di re Numa discepolo di Pitagora per giustificare il loro intento unitario nella penisola italiana. Il pitagorismo ha permeato il pensiero occidentale (i suoi capisaldi, Platoe ed Aristotele, sviluppano le loro dottrine partendo dalle basi pitagoriche) distinguendolo profondamente da quello orientale per il suo razionalismo, ed ancora oggi l’occidente razionale si distingue dal mistico oriente. L’intervento di Giuseppe  Barbera ha descritto sinteticamente il ventennio della storia pitagorica crotoniate ed ha individuato la permanenza di matrici pitagoriche nei nostri tempi: dalla canonica separazione dei suoni in sette note per la creazione della musica, dallo sviluppo delle ideologie politiche sociali e nazionali, all’uso di una matematica cognitiva per lo sviluppo delle scienze esatte. Ispirarsi al modo della politica pitagorica, fondata sull’incarnazione delle virtù e l’interesse al benessere delle diverse classi sociali, potrebbe essere la soluzione alla crisi contemporanea.