Alabanza al Sol Invicto

En la noche del 24 de diciembre esperamos la llegada de ese nuevo día en el que el Sol renacerá Invicto.
En la mañana del 25 de diciembre, todos los Gentiles elevaremos Elogios al Sol.
Todos pueden honrar a la estrella ascendente mediante el Elogio al Sol Invicto.

ALABADO SEAS TÚ O SOL RESPLANDECIENTE DIOS,
GANADOR DEL FRÍO INVIERNO, FECUNDADOR DE LA FRÍA TIERRA,
PODEROSO, INVICTO, DESTRUCTOR DE LA OSCURIDAD,
ESCÚCHAME!
BENDITO, OJO ETERNO QUE TODO LO VE, TITÁN DE ÁUREA LUZ, HIPERIÓN, LUX COELI,
GENERADO POR TI EN TI, INCANSABLE, DULCE VISTA DE LOS SERES VIVOS,
A LA DERECHA GENERADOR DE LA AURORA, A LA IZQUIERDA DE LA NOCHE,
TU QUE ARMONIZAS LAS ESTACIONES, DANZANDO CON PIES DE CUADRÚPEDO,
BUEN CORREDOR, SILBANTE, ARDIENTE, RESPLANDECIENTE, AURIGA,
QUE GOBERNAS LA VIA CON LOS CÍRCULOS DEL FRAGOR INFINITO,
PARA LOS PIADOSOS GUÍAS DE COSAS BELLAS, VIOLENTO CON LOS IMPÍOS,
DE DORADA LIRA, MOTOR DE LA CARRERA ARMONIOSA DEL COSMOS,
INDICANDO LAS BUENAS ACCIONES,
NIÑO QUE ALIMENTA LAS ESTACIONES, SEÑOR DEL MUNDO, TOCADOR DE FLAUTA,
CORREDOR ARDIENTE, TE MUEVES EN CÍRCULOS, PORTADOR DE LUZ,
CON FORMAS IRIDISCENTES, PORTADOR DE VIDA, PEÁN FECUNDO, SIEMPRE JOVEN, PURO,
PADRE DEL TIEMPO, JÚPITER INMORTAL, SERENO, PARA TODOS LUMINOSO,
OJO CÓSMICO QUE CIRCULA POR TODAS PARTES,
QUE TE PONES Y AMANECES CON HERMOSOS RAYOS RESPLANDECIENTES, INDICADOR DE RECTITUD,
AMANTE DE LOS ARROYOS, SEÑOR DEL COSMO, GUARDA DE LA LEALTAD, SUPREMO SIEMPRE,
PARA TODOS SOCORRO, OJO DE JUSTICIA, LUZ DE VIDA;
OH TÚ QUIEN EMPUJAS LOS CABALLOS,
QUE CON SONORA VARILLA CONDUCES A LA CUADRIGA:
ESCUCHA NUESTRAS SÚPLICAS,
Y A LOS PIADOSOS INICIADOS MUESTRA LA VIDA SUAVE.

Hymn to the Sun

On the night of December 24, we wait for the arrival of the day when the Sun will be reborn as Invictus (Undefeated)
On the morning of December 25 all Gentiles will praise the Sun.
Everyone can honor the rising star by reciting the Praise to the Sol Invictus (Undefeated Sun)

Praise to thee, oh radiant Sun winner of the cold winter, fertilizer of the cold earth, powerful, undefeated, destroyer of darkness, I pray thee!

Listen to me oh blessed one, all-seeing eternal eye, titan of golden light, Iperion, Lux coeli, by you in you generated, indefatigable, to all eyes the object of delight!

On the right thou are begetter of the aurora , on the left of the night, mitigating the seasons, dancing with quadrupets’ feet

Fine racer, sibilant, fiery, shining charioteer, Thou who direct the path by the revolutions of the infinite rhombus, Guide of the pious man to beautiful things and violent with the impious;

Thou with the golden lyre, enthralling the harmonious race of the cosmos, who indicate the good deeds, Child who nourish the seasons, Lord of the universe, flute-player, of fiery race, who turn in a circle, bringer of light, of changing forms, bringer of life, fruitful Paian, ever youthful, pristine, father of Time, immortal Zeus;

Peaceful, bright for everybody, cosmic eye who circles everywhere,

Thou who set and rise with beautiful shining rays, indicator of righteousness, lover of the rivers, master of the cosmos, protector of loyalty, ever supreme, help for all, eye of Integrity, light of life;

Oh Thou who drive the horses and with the sonorous whip guide the quadriga: listen to the prayers, and show the pleasing life to the pious initiates!

TIBERINALIA

Di Giuseppe Barbera
Archeologo, presidente dell’Associazione Tradizionale Pietas
e rettore del tempio di Giove a Roma.

 

“Tiberine Pater te sancte precor”

Tito Livio Lib. II

 

La data dell’8 dicembre, nell’antica Roma,

corrisponde alla festa del Dio Tevere, l’intelligenza divina connessa al corso dell’omonimo fiume attraversante l’Urbe eterna.

Con questa giornata si aprono le feste del ciclo dicembrino, oggi definite natalizie, che culminano al 25 dicembre con la festa dedicata alla nascita del Sole Invitto.

Durante i Tiberinalia (così era chiamato questo giorno di festa) la popolazione si recava presso il fiume Tevere per onorare questo “antico padre” che salvò Romolo e Remo e che perennemente, con le sue acque, portava vita e salubrità alla città. All’alba, dopo i primi riti propiziatori, i pescatori uscivano con le barche per pescare il pesce con cui si sarebbe consumato il banchetto per entrare in comunione con questo Dio, elargitore di prosperità. Nel frattempo altre chiatte salivano a monte a ricercare alberi e rami sempreverdi da condurre in città. Si preparavano ghirlande che venivano imbarcate da sacerdoti e sacerdotesse su piccoli navigli decorati di stoffe, nastri e fiori. Da queste barche venivano disposte le ghirlande sui cippi collocati ai lati del fiume e svariate offerte venivano direttamente versate nel fiume.

Rientrate le imbarcazioni venivano distribuiti gli alberi per collocarli in prossimità dei crocicchi, adornati di nastri, oscilla (gli antenati delle nostre palle dell’albero di Natale) e dolci che poi venivano staccati e mangiati nelle feste compitali tra il 5 ed il 6 gennaio. Lo scopo di queste decorazioni era ritualmente legato al fine di ottenere prosperità dagli spiriti delle piante che non perdono le foglie in inverno, affinchè analogicamente neppure gli uomini patissero il freddo e superassero l’inverno evitando fame e carestie. Parimenti i fruscelli dei sempreverdi appesi sulle porte di casa erano un ulteriore auspicio di prosperità per la famiglia.

In questo periodo il giungere del freddo ed il prolungarsi delle nottate a discapito delle ore di luce rievocava ancestrali immagini di buio e terrore, di forze fauniche e silvestri affamate e portatrici di morte. Tutto ciò veniva esorcizzato con il festeggiare le forze della Natura portatrici di benessere e prosperità e con le preghiere al Sole affinchè rinasca e riporti la Luce ed il calore agli uomini. Il ciclo delle feste solari si accrescerà ulteriormente dall’11 dicembre (festa del Sole Indigete) fino al 25 dicembre (festa del Sole Invitto), momento in cui le giornate ricominceranno a crescere a discapito delle nottate.

Le decorazioni di questo periodo, ancora oggi utilizzate, richiamavano i colori del Sole (l’oro ed il rosso) e la vitalità perennemente trasmessa dall’astro divino (rappresentata dai folti rami verdi).

La richiesta di Luce, in lotta contro l’avanzare del buio, era ribadita alla sera di questo dies di apertura delle feste, con una fiaccolata durante la quale si disponevano torce in prossimità del fiume, dove i sacerdoti purificavano con lustrazioni le barche e le reti dei pescatori.

Al termine di questa giornata rituale il fiume e l’intera città erano addobbati a festa e le fiaccole, simboli delle preghiere e delle speranze degli uomini, erano affidate alle acque del Tevere, simbolo del perenne scorrere della vita e del cosmo.

Ancora ai nostri tempi attuali, la Tradizione popolare ha serbato l’uso di avviare le decorazioni natalizie nel giorno dell’8 dicembre e quelli che prima erano riti di offerte agli spiriti degli alberi, con fumigazioni d’incenso ed offerte di dolci, oggi sono il porre dolci (tra cui panettoni e pandori) e doni sotto l’albero, che poi a Natale vengono distribuiti ad amici e parenti, così come facevano gli antichi nei medesimi giorni con le strenne, distribuite tra il 21 ed il 25 dicembre.

La Tradizione è immortale, la coscienza sopisce ma prima o poi si risveglia ed intende; così come il Sole è sempre destinato a risorgere ed a mantenere la promessa di una nuova primavera.

 

Per chi è interessato a rivivere e praticare culti e le feste dell’antica Roma, si rende noto che presso i templi della Pietas è possibile ricevere i riti da appositi sacerdoti preposti alla distribuzione di essi. Per maggiori informazioni scrivere a info@tradizioneromana.org o consultare il sito www.tradizioneromana.org

 

 

 

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Lemuria

antica festa romana.

I Lemuria sono antiche festività d’epoca Romana, che in giornate alterne si sviluppavano dal 9 al 13 di maggio. Ovidio ne parla nei Fasti, riportando il rituale di uso domestico che eseguiva il pater familias, finalizzato a scacciare i lemuri. Il rito sembra essere antichissimo, al punto tale che si perse memoria, a livello popolare, della sua istituzione e della sua reale funzione. Ovidio pertanto cerca di riesumare l’uso antico riportandone importanti dettagli (cosa rarissima per gli antichi romani, i quali erano gelosissimi dei loro rituali).

Fondamentalmente l’obiettivo dei Lemuria è quello di placare i lemuri, affinchè non interferiscano con i destini familiari. Così il pater familias s’alzava nel cuore della notte, offriva loro delle fave nere e poi li scacciava dalla casa.

Ma cosa sono i lemuri? Gli autori antichi dibattono sull’argomento, cercando di darne spiegazioni “religiose” valide per il popolo e che non profanino il sacro sapere del tempio. Fondamentalmente il Lemure è il prodotto di un’azione pesantemente ingiusta, come l’aver truffato qualcuno, aver rubato creando così danni ad altri e via dicendo. L’azione scorretta ha dunque nutrito il pensiero ingiusto, ed il pensiero che è materia si attacca al suo esecutore in maniera larvale e parassitaria, spingendo l’uomo a perpetrare gli errori ed incastrandosi così in un perenne rapporto problematico con la Nemesi, che interviene nella sua vita creando e ricreando problemi per riportare il dovuto equilibrio. Nell’immaginario romano quando un individuo moriva, tutte queste forme larvali basse non seguivano la sua anima nei cieli, bensì restavano legate ai luoghi dove la persona aveva vissuto e, desiderose di nutrimento, si  attaccavano ai parenti ed ai discendenti, da ciò il detto romano che “le colpe dei padri ricadono sui figli“.

Il rito dei Lemuria oggi. Sebbene riportato da Ovidio nei Fasti, il rito dei Lemuria è incompleto di particolari dettagli fondamentali, i quali erano scontati per un praticante antico e non lo sono per un uomo moderno. Ad esempio la dovuta preparazione al rito non è trattata nel testo poetico, così come fondamentali gesti particolari sono a malapena accennati. Inoltre il rito era riservato ai patres romani, quindi a uomini che avevano ricevuto l’iniziazione gentile. Sconsigliamo oggigiorno di tentare il rito solo perchè lo si è letto in un libro o perchè è stato riportato in un sito internet: infatti se mal condotto può procurare effetti opposti ed indesiderati, come il richiamo dei Mani paterni (ossia le forme invisibili liberatesi dopo la morte degli antenati) ma l’inefficacia del successivo esorcismo. Per accedere ai rituali romani la Pietas ha restaurato il sistema di iniziazione presso i templi, con la dovuta formazione per i praticanti, affinchè acquisiscano tutte le nozioni fondamentali per essere degni e preparati nell’esecuzione dei rituali ed informati su tutti gli elementi necessari alla loro buona riuscita. E’ sufficiente connettersi al sito www.tradizioneromana.org per reperire maggiori informazioni sui templi gentili oggi operativi e sulle iniziazioni che si applicano presso questi luoghi.