La Dichiarazione di Riga

del Congresso Europeo delle Religioni Etniche

Pietas fa parte del Congresso Europeo delle Religioni Etniche. Dal 29 al 30 giugno 2023 Pietas ha preso parte alla stesura della “Dichiarazione di Riga”, dichiarazione fondamentale dei diritti riguardanti le religioni etniche in Europa. Il 30 giugno 2023 e.v. (2776 a.V.c.) Pietas è oltretutto entrata a far parte del direttivo ECER per cercare di dare il meglio del suo contributo a questa struttura internazionale.
Condividiamo di seguito il documento emesso a Riga e unanimemente approvato dai partecipanti al Congresso.

La Dichiarazione di Rīga del Congresso Europeo delle Religioni Etniche (2023)

Noi, i delegati provenienti da 17 paesi diversi riuniti al Congresso Europeo delle Religioni Etniche a Rīga, Lettonia, il 30 giugno 2023, uniamo all’unisono le nostre voci per fare la seguente dichiarazione:
Noi, sottoscritti, rappresentiamo comunità religiose che mantengono e difendono le religioni tradizionali ed etniche dei diversi popoli d’Europa. Serbiamo profonda riverenza per i nostri antenati, gli Dèi e le Dee che essi adoravano, nonché per la visione del mondo e per i valori che ci hanno trasmesso. Le nostre tradizioni spirituali sono inscindibili dalla nostra cultura tradizionale ed entrambe richiedono sostegno e protezione.
Facciamo appello a tutti i governi delle nazioni europee e dell’Unione Europea affinché vengano accordate alle nostre religioni lo stesso rispetto e gli stessi privilegi che vengono concessi ad altre religioni nelle società e sistemi legali europei.
Chiediamo le seguenti misure specifiche:

  1. Protezione e sostegno governativo speciale come parte della cultura indigena, che rappresenta il patrimonio culturale dell’umanità;
  2. Uno status legale protetto dallo Stato (inclusa la determinazione attraverso una legge speciale) che non viene valutato e confrontato secondo i criteri delle altre religioni;
  3. La possibilità di svolgere cerimonie e utilizzare i siti sacri antichi, ad esempio, se non è presente una chiesa costruita su di essi, e nel rispetto delle regole di protezione per i siti archeologici; I riti legati al ciclo di vita devono essere accessibili secondo le nostre tradizioni e protetti;
  4. Poter celebrare matrimoni con autorità legale nei paesi in cui la legge riconosce tali cerimonie svolte da religioni riconosciute;
  5. Pratiche riguardanti il fine vita, incluse visite ai malati e assistenza spirituale, collaborazione con ospedali, cimiteri e rituali funerari secondo le nostre tradizioni, devono essere protette;
  6. Le nostre date di festività e celebrazioni devono essere sancite per legge e mostrate nei calendari;
  7. Quando viene offerta l’educazione religiosa nelle scuole pubbliche, garanzia della libertà di scelta di astenersi o partecipare agli studi religiosi in base al patrimonio culturale del paese;
  8. Cappellanato – diritto di nominare cappellani;
  9. Spazio di trasmissione nei media pubblici;
  10. Agevolazioni fiscali o esenzione per le nostre organizzazioni religiose;
  11. Protezione da conseguenze di globalizzazione, persecuzioni e discriminazioni da parte di altre organizzazioni religiose a causa del loro status cosmopolita;
  12. Le istituzioni devono rispettare le lingue e le tradizioni sacre locali, tenendo conto della nostra identità locale come popolo indigeno europeo;
  13. Salvaguardia della natura attorno ai siti sacri;
  14. I siti naturali sacri devono costituire una categoria di protezione a sé stante, combinando sia i siti naturali che quelli archeologici, consentendo l’utilizzo di tali luoghi per la pratica delle religioni tradizionali e proteggendoli dalle attività umane dannose;
  15. Rispetto delle terre sacre e protezione dalle compagnie minerarie, dall’espropriazione di risorse e terreni;
  16. È necessario consentire e proteggere l’accensione, il mantenimento, l’osservanza e l’utilizzo di fuochi sacri e falò all’aperto durante le nostre cerimonie, come parte della nostra tradizione e della libertà religiosa in armonia con le necessità della natura;
  17. Quando ci sono segni di discriminazione o silenzio istituzionale nei confronti delle richieste di riconoscimento delle religioni etniche, noi, come ECER, incoraggeremo per iscritto il governo locale, tramite la Presidenza del Congresso, rivolgendoci alla loro volontà di proteggere e rispettare i diritti di tutti rispondendo a tale richiesta.

    È fondamentale che i nostri governi e l’Unione Europea garantiscano determinati diritti e protezione alle religioni basate sulle culture etniche all’interno delle loro terre natie. In tal modo, possono assicurare la preservazione e continuità delle nostre tradizioni ancestrali. Crediamo che il riconoscimento e la protezione delle nostre antiche religioni contribuiranno alla conservazione delle nostre identità uniche e alla coltivazione di una società più inclusiva. Adoperiamoci insieme per il riconoscimento e la salvaguardia delle nostre antiche religioni, radicate nelle nostre culture ancestrali, cosicché possano prosperare per generazioni a venire.

    Mēs esam nu kungi mūsu dzimtajā zemē, Mēs varam nu paši sev likumus lemt: Tā zeme ir mūsu, ir mūsu — jā gan! — Mēs negribam lūgt to, kas mūsu, bet ņemt!

    Inviamo questo messaggio in amicizia, amore e rispetto.

    Organizzazioni Membri (rappresentate da):
    Latvijas Dievturu sadraudze, Lettonia (Andrejs Broks, Ansis Bērziņš, Uģis Nastevičs)
    Associazione Tradizionale Pietas — Pietas Comunità Gentile, Italia (Giuseppe Barbera, C. R., Florian Ransford, Lorenzo Facciuoli, Varveri Basilio Salvo, Yuri Gavriliouk)
    Groupe Druidique des Gaules, Francia (Manquat Jean Lionel)
    Об`єднання рідновірів України, Ucraina (Галина Лозко, Ганна Андрощук)
    Związek Wyznaniowy Rodzima Wiara, Polonia (Judyta Król, Piotr Brzeziński)
    Senovės baltų religinė bendrija Romuva, Lituania (Inija Trinkūnienė, Benas Barzdžius)
    Sjamanistisk Forbund, Norvegia (Kyrre Gram Franck, Kjell Henrik Gove, Knut Fuglesteg)
    Slovanský kruh, Repubblica Ceca (Lukáš Pajer, Marianna Gorroňová, Jakub Krejčíř)
    Societas Hesperiana Pro Cultu Deorum, Italia (Federico Fregni, Giuliano Gregorio)
    Werkgroep Traditie Vzw, Fiandre (Belgio) e Paesi Bassi (Brenda Lioris, Elisabeth Overgaauw, Heide-Marie Piette, Luc Janssens, Nina Bukala, Thomas Slembrouck, Jorres De Vriendt)
    Ύπατο Συμβούλιο των Ελλήνων Εθνικών, Grecia (Ιωάννης Μπαντέκας)
    Organizzazioni Osservatrici (rappresentate da):
    Arktisk Sjamansirkel, Norvegia (Øyvind Siljeholm)
    Česká pohanská společnost, Repubblica Ceca (Giuseppe Maiello)
    International Center for Cultural Studies, Regno Unito (Jacob Moss)
    Latvju dievturu sadraudze, Stati Uniti (Andris Rūtiņš)
    Lietuvių etninės kultūros draugija, Lituania (Virginijus Kašinskas)
    Mythology Corner, Stati Uniti (Ghanasyam Akella)
    Slované, Repubblica Ceca (Nami Maria Lada, Svatava Kollmannová)
    Väkikunta, Finlandia (Patrick O’Rourke)
    Ύπατο Συμβούλιο Ελλήνων Εθνικών Ρόδου – “Τελχινίς”, Rodi, Grecia (Βαγγέλης Αλεξανδρής, Ιωάννης Μπαχάς, Φοιβαίος Εμμανουήλ Αθανασούλας)

    Questa Dichiarazione è inoltre sostenuta da singoli individui:
    Michael Strmiska, Ph.D., SUNY-Orange, USA, studioso
    Prudence Priest, Romuva Ambasciatrice di Romuva negli USA
    後藤正英, Ph.D., Japan, studioso

KALI-YUGA E TRADIZIONE GENTILE OGGI

Maurizio Bonanni
Associazione Culturale Fotografiamo
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Capita ogni tanto che qualcuno faccia riferimento a testi occidentali, scritti da esoteristi europei, per interpretare le sacre scritture indiane. In Pietas riteniamo che i migliori interpreti di una religione ne siano gli appartenenti, i seguaci, i maestri riconosciuti della medesima. Altrettanto riteniamo che laddove mutano i Geni dei luoghi, mutano anche i tempi. Se nella cultura indiana vi sono le grandi età dei grandi Dèi, è relativo ai luoghi che essi abitano e vivono, mentre per i nostri luoghi dobbiamo prendere a riferimento i nostri Dèì (ricordiamo l’oracolo di Delfi quando rispondeva che bisogna onorare le divinità dei propri luoghi e non preferirne una su altre), così prendere a riferimento i nostri tempi e le cognizioni locali. Se gli indiani stanno oggi affrontando il Kali-Yuga, noi siamo appena entrati nell’era dell’Aquario, dal 2012, anno in cui è stato consacrato il terreno ove oggi sorge il Tempio di Giove della Pietas. La cognizione delle ere e del loro susseguirsi è accennata nella filosofia platonica, nel neoplatonismo troviamo ulteriori sviluppi.
Nella nostra interpretazione, con il giungere dell’era dell’Aquario rinascono le Tradizioni etniche in tutta Europa (ed in effetti stiamo assistendo a ciò) e si svilupperà un fermento sempre più interessante, con una particolare rinascita della Tradizione Gentile e delle sue filosofie. Quindi noi riteniamo poco valide o nulle le interpretazioni degli occidentali sulla Tradizione dell’India, motivo per il quale preferiamo confrontarci direttamente con importanti rappresentanti dei gruppi induisti (a tal riguardo rimandiamo a qualche video:  https://youtu.be/xRdyI6Jt9jw   https://youtu.be/o1MEveU-Sqs ), fratelli induisti con i quali concordiamo in una lettura diversa dei testi sacri indiani e con i quali condividiamo questa particolare percezione dei mutamenti di Dei e Tempi in base ai luoghi.

E’ bene ricordare che presso i templi della Pietas sono giunti Bramini in pellegrinaggio, non perché da noi contattati, ma perché loro hanno avuto indicazioni dai loro Dèi di entrare in contatto con noi. Suddetti Bramini ci hanno chiesto di pubblicare dei libri con loro, noi abbiamo accettato ed il testo “Pietas, an introduction to roman tradizionalism” (reperibile qui: https://www.mythologycorner.net/tabid/811/language/en-US/Default.aspx?fbclid=IwAR1pEzwcOnkH_jysrZzr2gk3WHHQxgj1aUaZquab6DjUNF8v722XQ5mPv7c  ),  pubblicato da una loro casa editrice, vuole essere un segnale dei sacerdoti indiani a favore della Pietas ed in suo riconoscimento.

Un utente facebook ha posto la seguente domanda sulla pagina di Pietas Sicilia: <<Qualcuno abbe a dire: “I testi che ci parlano del Kali-Yuga e dell’età di Kali proclamano anche che le norme di vita valide per le epoche in cui, nell’uno o nell’altro grado, erano vive e operanti forze divine, nell’età ultima sono da considerarsi scadute. In questa vivrebbe un tipo umano essenzialmente diverso, incapace di seguire i precetti antichi; non solo, ma per via del diverso ambiente storico e, se si vuole, planetario, cotesti precetti, anche se fossero seguiti, non darebbero gli stessi frutti.” Voi vi sentite al di fuori di questa contingenza? >>

La nostra risposta è chiaramente affermativa: noi ci sentiamo fuori da tale contigenza, anche perché abbiamo verificato che tale interpretazione non è condivisa dai bramini indiani ed oltretutto abbiamo sperimentato  non essere vera. Innanzitutto quando si parla di forze di un’era, ci si potrebbe per esempio riferire alle energie delle prime genealogie di Dei (Caos, Urano, Crono) che non risponderebbero più mentre le nuove genealogie sarebbero portate a dare risposta (Zeus, Hera, Athena, Poseidone cc.); tuttavia neanche una simile interpretazione è vera: infatti i Grandi Dei delle prime generazioni hanno sempre risposto quando evocati. Consegue che le divinità sono forze, e dal big bang ad oggi le leggi matematiche che determinano la fisica (che noi chiamiamo Dei), non sono mutate e né si sono consumate. Per quanto esoteristi cristiani come Steiner o Scaligero vogliano far credere che la conformazione dell’uomo moderno è mutata al punto tale che gli Dei non possano rispondere, motivo per il quale ci si troverebbe costretti fare riferimento al Cristo in diverse sue accezioni (dal tipo umano fino a quello cosmico), noi abbiamo potuto verificare che non è così: quando abbiamo avuto bisogno di aiuto gli Dei ci hanno risposto, in numerose situazioni si sono manifestati, anche con epifanie, nel tempo ci hanno riferito oracoli e previsioni che si sono sempre avverati. Avendo noi, come comunità gentile, ritrovato il contatto diretto con gli Dei, essendoci stati dati riconoscimenti dai più importanti sacerdoti delle religioni straniere (abbiamo collaborato e collaboriamo in maniera diretta con i rappresentanti delle religioni etniche Europee, dalla Lettonia alla Grecia e con rappresentanti di grandi religioni come quella induista), avendo avuto legittimità dagli Dèi e dai maestri del filone ermetico (che in questi due libri potete ben vedere essere continuità del filone sacerdotale antico
Il dio del silenzio. Permanenze della tradizione esoterica egizia a Napoli Copertina flessibile – 13 marzo 2017 di Sigfrido E. F. Höbel https://www.amazon.it/silenzio-Permanenze-tradizione-esoterica-egizia/dp/8895063708 e L’Ordine Egizio e la Miriam di Giuliano Kremmerz, Egizia Fonte Cumana di Piazzetta Nilo. Ugo Cisaria. https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__ordine-egizio-e-la-miriam-di-giuliano-kremmerz.php?id=19108&pn=71&gclid=CjwKCAjwsJ6TBhAIEiwAfl4TWNIJGTWdHfHNbfiJzWwQF9UhIanctRY7TUIuORTvYWVFKbFtP6YTrBoCRHIQAvD_BwE   ), riteniamo di essere riusciti a liberarci da quella “contingenza” che ci voleva schiavi per un meccanismo generante nani spirituali anziché viri. Noi infatti perseguiamo la via del vir, l’uomo fatto di vis che sviluppa le virtù, mentre l’homo fatto di humus, fango, è purtroppo vittima di tutte le idee assoggettanti, religiose e non solo, incatenato nella condizione di servo di qualche entità. Noi, che perseguiamo il pitagorismo ed  il platonismo, accettiamo l’asserzione “Tu abbi fiducia e confidenza, che l’uomo è della razza degli Dei”, e lavoriamo sull’acquisizione della dignità necessaria ad evocare gli Dei in piedi, a trattare con loro alla pari ed in pieno rispetto ed amore reciproco, come sarebbe giusto che imparassero a fare anche i coniugi tra di loro, per imparare a vivere quotidianamente una majestas degna del sacro. Noi perseguiamo la via della libertà, il metodo sperimentale e l’uso della ragione, il tutto per dimostrare a noi stessi che le scienze metafisiche sono valide e concrete.

Discorso del Pontefice Massimo dei Gentili per il rinnovo del fuoco sacro nel marzo MMDCCLXXV a.V.c.

Oggi è il giorno del Rinnovo del Fuoco Sacro, presso i nostri templi il Fuoco di Vesta è stato rinnovato e da qui si diffonde nelle case dei Gentili che lo custodiscono.
Intorno a questo Fuoco Sacro si sviluppa tutta la nostra spiritualità, e tutta la nostra ideologia ascensionale.
Con questo giorno, il primo di Marzo, incomincia per noi romani e gentili l’anno Sacro, il rinnovo primaverile è prossimo e così il Fuoco Sacro del Sole si trasmette nel Fuoco Sacro del tempio che a sua volta si trasmette nel Fuoco Sacro dell’amor coniugale e dei nostri cuori.
In questo momento storico l’umanità è colta da mille paure, schiava di ideologie prende posizioni estreme e giunge fino alle guerre; che questo fuoco che noi oggi rinnoviamo possa illuminare gli uomini e spingerli a competizioni più sane: come la produttività, come l’intelletto, lo studio, l’ approfondimento, la competitività della solidarietà verso il prossimo e nel volersi bene.
Infatti chi oggi compie soprusi su terzi, non si rende conto che, abbandonato questo corpo, potrebbe rinascere nel più povero degli esseri umani e avere così un destino terribile da lui medesimo scritto e stabilito.
Invece il compito degli uomini di spirito è far si che non vi sia più povertà su questo pianeta, che non vi siano soprusi, è compito degli uomini di spirito adoperarsi per una nuova età dell’oro.
Gli Dei oramai giungono, ritornano dopo questi duemila anni di un’era in cui era stato concesso agli uomini di gestire i propri destini e che hanno ricavato rovine anziché benessere.
Possano gli Dei illuminarci e far si che ognuno di noi possa seguire l’ideale più alto: del bene, della sapienza, dell’età dell’oro, della condivisione in amore e in affetto attraverso il grande strumento della giustizia e dei diritti.
Possa la meritocrazia tornare ad essere il nuovo strumento di validificazione tra gli uomini, possa il fuoco illuminarci. Grazie.

Conferenza – Il Pitagorismo in Magna Grecia

Il 12 maggio si è tenuto un convegno al palazzo della provincia di Reggio Calabria, organizzato in occasione degli stati generali della cultura dall’associazione culturale “Due Sicile”. L’evento si è incentrato sull’intervento del dottor Barbera, archeologo e presidente dell’Associazione Pietas, sul tema del Pitagorismo in Magna Grecia, introdotto dal dott. Daniele Zangari.

La splendida filosofia pitagorica, nata in Calabria, è motivo d’orgoglio per questa regione. Lo stesso Ghoete scriveva: “quando a Roma pascevano le pecore, a Roma insegnava Pitagora”. Gli insegnamenti del maestro samio, creatore di una fiorente scuola nella città di Crotone, si diffusero in tutto il mediterraneo, un pensiero onniscente che, per mezzo della matematica, spaziava dalla spiritualità, alla pratica religiosa, alle scienze fisiche e matematiche, alla biologia, alla musica, alla politica, alla economia, alla sociologia e, ovviamente, alla filosofia. l’essere pitagorici consisteva nell’applicazione di uno stile di vita virtuoso fondato su una pratica razionale finalizzata al’evoluzione dell’uomo e della società umana. Nel pieno rispetto delle leggi della Natura, il Pitagorismo fu il primo fenomeno nazionalistico in Italia (furono i Pitagorici a gettare le basi per la successiva lega italiota), tanto che i Romani crearono il mito di re Numa discepolo di Pitagora per giustificare il loro intento unitario nella penisola italiana. Il pitagorismo ha permeato il pensiero occidentale (i suoi capisaldi, Platoe ed Aristotele, sviluppano le loro dottrine partendo dalle basi pitagoriche) distinguendolo profondamente da quello orientale per il suo razionalismo, ed ancora oggi l’occidente razionale si distingue dal mistico oriente. L’intervento di Giuseppe  Barbera ha descritto sinteticamente il ventennio della storia pitagorica crotoniate ed ha individuato la permanenza di matrici pitagoriche nei nostri tempi: dalla canonica separazione dei suoni in sette note per la creazione della musica, dallo sviluppo delle ideologie politiche sociali e nazionali, all’uso di una matematica cognitiva per lo sviluppo delle scienze esatte. Ispirarsi al modo della politica pitagorica, fondata sull’incarnazione delle virtù e l’interesse al benessere delle diverse classi sociali, potrebbe essere la soluzione alla crisi contemporanea.

Mundus Patet 2767! S’è fatto bene a “conferenziare”?

mundus“Qualcuno” sostiene che “il Mundus Patet non sia giornata adatta ad un incontro culturale, perchè per i Romani in quel giorno non si dovesse fare nulla di rituale e importante”.   Tale definizione è sbagliata, faziosa,  perché nella realtà dei fatti l’apertura del Mundus è un gesto rituale, ed a quella apertura si compiono offerte di primizie, riti che lo stesso Romolo inaugurò. Quindi certi riti si fanno, anzi è obbligatorio compierli! Semmai nei giorni di Mundus era cosa buona evitare di dedicarsi a determinate opere per dare a quella giornata il giusto valore. Un po’ viene a mente il detto popolare “di Venere e di Marte né si sposa, né si parte né s’inizia l’arte”, difatti le proibizioni vigenti consistevano nel non attacar battaglia, non fare leva, non si convocava il popolo a votare, non si operava nella pubblica amministrazione (gli uffici restavano chiusi), non si salpava e né si contraeva matrimonio (Macr. Sat. 1, 16, 16). Il divieto a compiere atti pubblici in quei giorni era perchè i romani riflettessero sull’importanza misterica di tale festa. L’esecuzione di adeguai riti della giornata (apertura del mundus, formule ed offerte, relativa chiusura rituale ad un determinato orario) era un obbligo per i sacerdoti e magistrati adibiti ai compiti, talmente importanti che il resto delle attività cultuali restavano ferme per evitare che questi riti “occulti” venissero tralasciati. In questa giornata i sacerdoti compivano riti per aprire la “connessione” tra i “mondi”. Essendo il dies mundi Cereris era doveroso, da parte dei gentili, compiere determinati riti. Chi non conosce codesti riti non deve neppure provare ad emulare, o imitare o parodiare, perché essi sono di tale potenza che porterebbero sciagura a chi s’approcciasse a farli inconsciamente. Nella pratica romana è infatti fondamentale la “coscienza” di ciò che si compie ritualmente. Mai operi chi è nel dubbio, altrimenti la sua arroganza e presunzione, nei confronti del rito, saranno la sua rovina. Per realizzare un mundus e compiere i “dovuti” gesti rituali, bisogna avere a fondo intuito il significato misterico del rito ed averlo ricevuto legittimamente. L’incontrarsi, dopo 2000 anni, in un giorno di Mundus e compiere una conferenza sulla Romanità è una cosa corretta, perchè essa non è un’attività lavorativa ma un gesto che è finalizzato ad aprire quella fossa di contatto con un mondo occulto. Questo occulto mondo misterico della Tradizione, nel giusto tempo calendariale, deve tornare a congiungersi col mondo dei vivi praticanti. La conferenza dell’8 novembre 2014 e.v. è stato un gesto analogico al rito del Mundus Patet, giorno in cui “tutti i mondientrano in contatto, dunque giornata adattissima allo studio piuttosto che al far leva, o atti d’ufficio, o matrimoni, o guerre o riti pubblici. Ci si è mossi nel pieno rispetto dei precetti patrii: quell’8 novembre 2767 diversi gruppi di Tradizione si sono incontrati pacificamente senza sigillare il ben che minimo accordo, senza farsi o dichiararsi guerra, ma semplicemente ogni relatore ha esposto le sue idee sul “contatto” tra dimensione umana e dimensioni divine. Nulla di più appropriato! Gli stessi organizzatori dell’evento (la redazione di ereticamente.net) non avevano ragionato su tutto ciò, hanno semplicemente agito e Pietas ha aderito volentieri ad un atto così profondo che solo i Numi potevano esserne stati ideatori, utilizzando, come al loro solito, gli uomini.  Chi è rimasto a casa a leggere un libro sui miti, magari anche fumando un buon sigaro e sorseggiando un buon vino, è stato pio. Chi è venuto alla conferenza, per avere informazioni che lo aiutassero a riflettere sui misteri della romanità, è stato pio. Chi, in malafede, l’8 novembre 2014 avesse fatto un giro di telefonate per raccogliere accoliti alla detrazione di tale evento, avrebbe violato la prescrizione dei padri a “non far leva”. Chi, quell’8 novembre, avesse mosso parole polemiche per far guerra a qualsivoglia gruppo, avrebbe violato le norme dei padri.
Dunque chi sostiene che la prescrizione dei padri fosse di non far nulla, ma allo stesso tempo solleva polemiche, interpreta male e viola una chiarissima prescrizione pontificale espressa nella Kalendarium.
Chi non ha compreso il significato misterico del rito del Mundus non può riconoscere quali siano le azioni analogicamente più corrette in riferimento a quel rito; chi invece ha inteso l’importantissimo arcano, chpietas 11 rivistee si cela dietro il gesto di tale rito, bene comprende che solo i Numi della Tradizione Patria potevano ispirare gli uomini ad incontrarsi in un giorno di Mundus per favorire l’incontro di forze provenienti dai diversi mondi. E quest’azione di conciliazione ha mondato le impurità di ogni cattivo pensiero reciproco. Ed è proprio in un giorno di Mundus che tante cose, che erano dubbie ed occulte, son venute alla Le vie al SacroLuce. Ringraziamo tutti i relatori e gruppi che hanno preso parte all’evento. Per gli studiosi curiosi di conoscere quale “parte di sapere” sia venuta alla luce nel mundus dell’8 novembre MMDCCLXVII sono disponibili gli Atti del Convegno “Le Vie al Sacro della Tradizione Classica”. Per ordinarli scrivere a info@tradizioneromana.org

“De Mysteriis Romanorum” Il presidente alla conferenza “Arcana Urbis”

L’archeologo e presidente ATP Giuseppe Barbera interverrà alla conferenza “Arcana Urbis” dell’Associazione Tradizionale Pietas, la quale si terrà domenica 24 alle ore 16.30 in via Sallustiana 27/A a Roma (presso metro A fermata Barberini).
L’evento è organizzato in stretta collaborazione col sito web ereticamente.net
L’intervento del presidente è un serio contributo sugli aspetti misterici del mondo Romano, come già lascia intuire il titolo “De Mysteriis Romanorum“.
Seguiranno gli interventi di altri eminenti studiosi di romanità.
Vi aspettiamo numerosi,
lo staff ATP

Per maggiori info: http://www.eventi.tradizioneromana.org/#home
http://www.tradizioneromana.org/